venerdì 2 gennaio 2009

BIMPE!



























Abbiamo approfittato delle feste natalizie per staccarci dalla caotica Kinshasa e visitare Tshimbulu, un villaggio nel Kasai Occidentale della RDC in cui il COE ha inaugurato da meno di un anno l’ospedale St.François.
Col pretesto di realizzare una breve sessione di formazione sui giochi di squadra presso il centro d’animazione CASC, gestito dal COE, abbiamo goduto della compagnia di altri volontari italiani e dei locali, i luba.
Le diversità con Kin sono molteplici e nonostante manchino dei beni, da quelli di prima necessità fino a quelli più futili, l’impressione è che in generale la gente sia più rilassata, educata e meno disperata.
So bene che discorsi del genere tendono a generalizzare le realtà sociali, ma la spontaneità ed il calore della gente mi hanno colpita al punto che una sola settimana è bastata per farmi apprezzare un luogo comunque difficile da sopportare nel lungo periodo.
E dire che a Kinshasa dare del luba a qualcuno è un’offesa, perchè considerati inferiori; evidentemente gli insulti viaggiano veloci, tanto che perfino a Milano si usa dire ue, baluba! Miracoli del colonialismo.
Anche l’inevitabile contatto con la natura ci ha ritemprato dai mesi passati in questa discarica a cielo aperto che è Kinshasa.
Dario ne ha approfittato per rigenerarsi con lunghe passeggiate in compagnia di giovani del posto che, nonostante qualche difficoltà linguistica, lo hanno immerso nel quotidiano della popolazione locale, fatto di lavori domestici ed agricoltura.
Per valorizzare quest’ultima ed arricchire l’alimentazione, il COE ha avviato un programma di in-formazione a Tshimbulu e nei villaggi limitrofi sull’utilizzo della moringa una pianta la cui ricchezza in vitamine, proteine e minerali fa sì che possa essere un ottimo integratore alimentare, in una zona dove la malnutrizione è assai diffusa ( http://www.moringanews.org/).
Purtroppo la più parte degli ospitalizzati presso il St. François sono infatti bambini di età inferiore ai cinque anni logorati dalla fame, magrissimi o gonfi negli arti con piaghe profonde ed infette.
Aprofittando della benevolenza degli abitanti, mi sono scatenata in una serie infinita di foto ad adulti e bambini, un’altra differenza con Kinshasa dove la gente è timorosa e rifiuta di essere immortalata.
Così ho focalizzato l’attenzione sui gesti quotidiani della gente, dalle donne di ritorno dai campi con cesti pesantissimi di legna in testa o altre impegnate al mercato, ai bambini incaricati di accudire i fratellini più piccoli mentre le mamme lavorano il campo, o dei mariti più occupati che altrove nelle faccendo domestiche, oltre che nella vita comunitaria.
Un saluto dunque a tutti da questo angolo di mondo, ed un augurio di un buon 2009 ai volontari di Tshimbulu perchè l’entusiasmo della partenza non conosca mai discese, ma si arricchisca delle esperienze e delle amicizie del posto.








Moyo!






3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Lena, che emozione ogni volta che aggiornate il vostro blogger!Ho la sensazione di sentirmi anch'io parte di quel mondo e cio' mi entusiasma!Che bello sarebbe provare tutti queste emozioni,sentirsi l'uno parte dell'altro,sarebbe il primo passo e forse il piu' importante per sconfiggere gli odi tra i popoli!L'animatore ha sempre delle espressioni spontanee,oltre che sempre le stesse scarpe!!!!!!!La fotografa merita sempre un 10 e lode!Un bacio fortissimo mamma.Sono sicura che quando verremo,papa' dormira' con la macchina fotografica appesa al collo per non perdersi nemmeno uno scatto!

Anonimo ha detto...

ciao ragazzi!!!!!!! vi abbraccio forte forte e vi mando tutto il mio calore!!! vi voglio bene e vi penso tanto

Anonimo ha detto...

sono ale...ma vorrei rimanere nell'innominato!! mi mancate